Le autorità del paese sudamericano hanno fermato ed espulso due cugini sospettati di essere broker del traffico internazionale di droga: «Di certo non erano in vacanza»
La Cassazione ha annullato con rinvio l'ordinanza del Tribunale del riesame di Reggio Calabria che aveva confermato i domiciliari disposti nel maggio 2022
Tante le reazioni di sdegno per l'iniziativa del sindaco di Petilia che ha deciso di esprimere vicinanza per la morte di Rosario Curcio. La donna pagò con la vita le denunce contro il marito e il fratello. Fu uccisa e il corpo poi bruciato
La sottosegretaria Ferro: «Sono state acquisite disponibilità per il 64 per cento degli immobili, è una percentuale molto alta». Ecco dove sono situati i fabbricati
Restano dietro le sbarre Megna, Mancuso e Cupitò, coinvolti nell'inchiesta coordinata dalla Dda di Catanzaro che ha riguardato il controllo di alcuni villaggi turistici della Costa degli dei
Cinque si trovano in carcere e uno ai domiciliari dopo l'operazione della Dda di Catanzaro che nel febbraio scorso aveva fatto emergere come i clan avessero messo le mani sul porto di Cirò Marina
Cinquant’anni fa, il 10 luglio 1973, venne rapito a Roma il nipote del miliardario statunitense. La prima richiesta di denaro ammontava a 17 milioni di dollari, poi ne furono pagati 3. Ma bastarono per lanciare la criminalità calabrese nella speculazione edilizia
Il legale rappresentante di una società di Rogliano, indagato dalla Dda di Catanzaro, lascia gli arresti domiciliari su ordine del tribunale del Riesame
Fabbricati, terreni, società operanti nel settore alimentare ed ittico, supermercati, autoveicoli ma anche quote societarie di villaggi turistici. Il valore complessivo dei beni confiscati ammonta a 11 milioni di euro.
VIDEO | Le accuse sono di estorsione, usura e riciclaggio. Tra i beni confiscati anche una nota struttura turistica che dopo gli attentati a Falcone e Borsellino avrebbe ospitato summit mafiosi durante i quali Cosa nostra avrebbe proposto alla ‘ndrangheta calabrese l’adesione alla cosiddetta “strategia stragista” (ASCOLTA L'AUDIO)
Terminata la requisitoria del pm della Procura distrettuale antimafia di Catanzaro, Annamaria Frustaci. In primo grado si erano registrate pene fino ai 20 anni per 70 imputati e 19 assoluzioni
L’ex direttore del Sistema bibliotecario vibonese dà alle stampe il suo ultimo lavoro in cui immagina la definitiva liberazione da ogni tipo di condizionamento mafioso
L'investitura, secondo le dichiarazioni del collaboratore di giustizia cosentino, avvenne nel carcere di Voghera per volontà di Michele Oppedisano: «Mi indicarono come segno di riconoscimento il gesto delle braccia incrociate sul petto»
L'imprenditore e testimone di giustizia chiede alle istituzioni di essere elemento propulsivo di un cambiamento senza il quale la nostra regione «rischia di cadere definitivamente nel baratro della povertà economica e sociale oltre che dell’illegalità»
L'appello dell'imprenditore e testimone di giustizia in una lettera inviata a Mattarella e Meloni, al prefetto di Reggio Mariani, al procuratore Bombardieri e alla presidente della Commissione parlamentare antimafia Colosimo: «L’unica speranza di eliminare il potere delle cosche è svegliare le coscienze dormienti, lo Stato sia il propulsore del cambiamento»
Una “fissazione” che consente alle cosche di estendere la propria influenza di stampo feudale su quelli che considerano i propri territori. È quanto emerge dalle carte dell’inchiesta della Dda di Catanzaro. Imprenditori soggiogati e rassegnati dal Crotonese al Reggino (ASCOLTA L'AUDIO)
Gennaro Pulice, ex killer lametino, afferma che in ogni istituto c'era un responsabile di sezione addetto al mantenimento del «buon ordine» (ASCOLTA L'AUDIO)
Lo scorso 30 giugno, mentre erano in corso le notifiche delle ordinanze cautelari, nel corso del blitz della Dda di Catanzaro, gli investigatori hanno trovato altro. Le somme sono state tutte sequestrate
Il primo cittadino di Cassano: «Una zona ricca di tante risorse naturali e culturali deve essere liberata dalla “cappa mafiosa” che la opprime e la condiziona»
Lo rivela il collaboratore di giustizia Giuseppe Montemurro, che riferisce dei presunti accordi illeciti tra le consorterie mafiose dei Megna di Papanice e degli “italiani” del capoluogo bruzio. «I vertici della squadra di calcio sapevano» (ASCOLTA L'AUDIO)
Secondo quanto si legge nelle carte Marcello Coffrini e Giuseppe Vezzani si garantivano l'appoggio di un bacino di elettori (non solo calabresi) controllati dal sodalizio 'ndranghetistico emiliano